Il Capo dello Stato ha incaricato Matteo Renzi di formare il nuovo Governo. Il Segretario del PD ha accettato con riserva. Da prassi. E' singolare la parabola di questo uomo. Quindici mesi fa ha perso le primarie, nettamente, a favore di Bersani. Ha dichiarato fedeltà a chi lo aveva battuto. Alla prima occasione (elezione Presidente della Repubblica) non ha seguito le indicazioni della Segreteria ed ha affossato proprio Bersani. Poi ha sostenuto Letta, dicendone bene e non contestando l'atteggiamento del PD verso il suo Governo. Poi, oramai senza avversari, ha vinto le primarie per la Segreteria del PD, continuando a sostenere Letta, pur incalzandolo. Ora, mentre qualche timido risultato l'azione del Governo Letta sembrava produrlo, lo fa saltare per fare lui il Presidente del Consiglio. Ha dichiarato, uscendo dall'incontro con Napolitano, che farà: entro febbraio la riforma elettorale, entro marzo quella del lavoro, entro aprile quella della Pubblica Amministrazione e per maggio il fisco. Del 2014, ovviamente. Ci sovvengono, con preoccupata ansia, le celebri parole del Re Sole, Luigi XIV (di Governo se ne intendeva, regnò dall'età di 5 anni alla morte, avvenuta che ne aveva 77): "E' l'impazienza della vittoria che garantisce la sconfitta". Ora il paradosso è questo: molti, nel PD, non apprezzano i sistemi arrembanti e poco ortodossi con cui Renzi ha salito i gradini dei vari palazzi; ma nel contempo sono costretti, più o meno sommessamente, fare il tifo per lui. Perché se salta, salta il PD e il campo del centro sinistra (se ce n'è ancora uno) si disintegra. A tutto vantaggio di Grillo, eversivo, e Berlusconi, immortale, oltre che immorale, come si sa oramai benissimo. Dunque delle due l'una: o Renzi gioca questo burraco sapendo di avere, per ogni mano, a disposizione un sacco di pinelle e di jolly, oppure è uno sprovveduto e son cavoli amari: per lui, e di questo in fondo potrebbe anche importarci poco, ma soprattutto, e questo si che sarebbe davvero peggio, per l'agonizzante Bel Paese. Auguri Matteo.....
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