giovedì 5 giugno 2014

GOVERNO RENZI: OGGI 100 GIORNI.
 
Avevamo promesso di attendere i fatidici 100 giorni per parlare del Governo Renzi, ed eccoci qua. Scadono oggi, contabilizzandoli dal 24 febbraio, giorno di presentazione alla Camera. Andiamo per punti, cercando di essere obiettivi. 1) Economia. Direzione giusta, ma gran parte del lavoro su questo versante era stato tracciato da Enrico Letta, dunque non è farina del sacco di Renzi. a) Cuneo fiscale, b) pagamento debiti PP.AA., c) oltre tre miliardi di investimenti per aziende pubbliche, d) vendita di "asset" patrimoniali per ridurre il debito, e) interventi per scuola ed occupazione giovanile con i risparmi sugli interessi per la riduzione dello "spread", f) fondi europei per crescita economica ed equità sociale, riducendo imposte sul lavoro e favorendo occupazione, g) rapporto debito/Pil dal 2,6 al 2,3%, h) impegno europeo per un miglioramento del tasso di cambio Euro/Dollaro per favorire le esportazioni. 2) Lavoro. Varato il Job- act. Vediamo se ridurre vincoli servirà a fare occupazione. Difficile senza ripresa, ma questo lo sa anche Renzi. Buono lo "sblocca Italia" di ieri. 3) Riforma elettorale. Italicum e futuro del Senato sono progetti in itinere ma non ancora definiti. In particolare merita rispetto e grande attenzione il ragionamento sulla seconda Camera, onde evitare di buttare, coll'acqua sporca, anche il bimbo. Scontata la riduzione dei componenti, con conseguente risparmio dei costi della politica, il nuovo Senato deve essere effettivamente rappresentativo del Paese reale, una "Camera Alta", autorevole, alla quale i cittadini possano guardare con la fiducia di chi si sente degnamente rappresentato e funga da equilibrio. 4) Fisco. In attesa di riforma e semplificazione. 4) Pubblica Amministrazione. Idem. 5) Corruzione. Dopo Expo e Mose molti sostengono che questa riforma sia più importante del lavoro, visto che nessuno si fida ad investire in Italia se bisogna sempre pagare qualcuno. Vero. Ci vuole una Daspo modello calcio! Ce la farà il Governo? Attendiamo, ci giochiamo la credibilità verso il mondo. 6) Nota aggiuintiva. Comincia a luglio il semestre europeo a guida italiana. Vediamo se Renzi sfrutterà il successo per coniugare sano rigore con crescita. Finalmente europeizzare il dramma dei profughi.
E' probabile che si sia trascurato qualcosa. Ma la sintesi ci pare questa. Dunque più parole, più attese, che fatti. Eppure pare a tanti, veramente a tanti, che il Paese con Renzi abbia imboccato una strada giusta.
Diversamente il PD non avrebbe avuto quasi il 41%, massacrando letteralmente il populismo di Grillo, dato quasi alla pari alla vigilia del voto. Questa, va ammesso, è la vera affermazione di Matteo: essere un grande comunicatore, senza essere, Dio non voglia, Berlusconi. Ora la gradevole sensazione che il Paese  respira è che quanto occorre per modernizzare Stato, Pubblica Amministrazione, Economia, Lavoro, sia finalmente disponibile in forme credibili, ragionevolmente sincere o sinceramente ragionevoli. Intelligenza, dinamismo, coraggio, preparazione, gioventù, tempo, ne costituiscono il collante. Esempio: vero è che Letta aveva programmato la riduzione del "cuneo", ma è stata di Renzi la determinazione di destinarci gli 80 euro, mandando questo segnale di speranza: lo Stato non è più solo quello che "prende", stavolta "dà". Renzi, salvo sorprese (siamo pur sempre in Italia) dovrebbe poter lavorare fino al 2018, scadenza della legislatura, ora legittimata dal voto, per quanto indirettamente trattandosi di Europee, anche se Grillo le aveva trasformate in un referendum sul Governo. Non ce la dovesse fare o ne fosse impedito ha già detto che la colpa sarà solo sua e se ne andrà. Un segnale giusto per politica e politici. Attenzione però: a quel punto lui avrà perso la faccia, noi il Paese. Dunque, signor Presidente del Consiglio che sul campo ha maturato la promozione a capitano, vinca per noi, con noi, la partita. Più importante della finale mondiale. Ha il nostro ragionato sostegno.

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